Tanaka Ikkō 田中一光 è stato sicuramente uno dei graphic designer più importanti del Giappone postbellico e la sua poliedricità gli ha permesso di spaziare in vari ambiti, dai manifesti pubblicitari, alla progettazione di loghi, alla realizzazioni di font tipografici, sintetizzando in una forma unica il gusto contemporaneo per le forme stilizzate e per i netti contrasti e il patrimonio tradizionale giapponese, che sembra aver assorbito sin dalla nascita, lui, originario di Nara, una delle antiche capitali del Giappone, città ricca di storia e cultura.
Ma partendo dall'inizio...
Da giorni stavo studiando vari "pacchetti turistici" da una giornata: essendo la mia permanenza in questo paese limitata a pochi mesi e potendo andare in giro solo durante il weekend, è necessario ottimizzare al massimo, come l'efficienza nipponica insegna.
Così è nato questo mini tour, a cui per divertissement ho affibiato un bel titolo altisonante: "Il tramonto della tradizione che risorge nella postmodernità".
Il tramonto della tradizione altro non è che una metafora per rappresentare la morte del generale Nogi Maresuke che, alla morte dell'imperatore Meiji nel 1912, decise di togliersi la vita commettendo seppuku (altresì detto harakiri) seguendo nella morte il proprio signore e onorando così la tradizione samuraica.
Tappa del mio tour era infatti la visita al tempio dedicato al generale Nogi, adiacente a quella che fu la sua dimora, costruita in un sobrio e spartano stile occidentale (ovviamente si tratta di una ricostruzione, poiché l'originale fu distrutto dai bombardamenti americani durante la seconda guerra mondiale).
Oltre all'abitazione, nel parco attorno al tempio è possibile visitare anche le stalle del suo amato cavallo "Sugō", che aveva ricevuto dal generale russo Anatoly Stessel nel 1905 quando, al termine della guerra russo giapponese, i russi firmarono la resa a Shuishiying, in Cina (la foto dell'insolito gruppetto russo-giapponese è visibile all'interno del piccolo museo di memorabilia).
Oltre all'abitazione, nel parco attorno al tempio è possibile visitare anche le stalle del suo amato cavallo "Sugō", che aveva ricevuto dal generale russo Anatoly Stessel nel 1905 quando, al termine della guerra russo giapponese, i russi firmarono la resa a Shuishiying, in Cina (la foto dell'insolito gruppetto russo-giapponese è visibile all'interno del piccolo museo di memorabilia).
Il piccolo museo, formato da una stanza soltanto, custodisce delle poesie in lingua cinese scritte dallo stesso Nogi (fin da tempi antichi era consuetudine degli uomini di cultura scrivere poesie e altri scritti in lingua cinese, considerata la lingua "alta", l'equivalente del nostro latino), una manciata di foto e alcuni oggetti particolarmente significativi come le due spade utilizzate dal generale per commettere seppuku: il tantō, ovvero il pugnale con cui il samurai si squarciava il ventre, e la katana con cui l'amico più abile nel maneggio della spada completava il rituale decapitando il samurai.
Infine, non meno importante, un simpatico gatto sornione che vive in una casetta all'interno del parco.
La seconda tappa (che, per dover di cronaca, in ordine cronologico è stata la prima tappa del mio personalissimo tour) consisteva appunto nella visita alla mostra temporanea dedicata a Tanaka Ikkō, dal titolo "Tanaka Ikkō; Future, Past, East West of Design", ospitata nel 21_21 Design Sight, uno spazio espositivo progettato dal famoso architetto giapponese Tadao Andō, evidentemente così esperto in fatto di antisismica, che il leggero terremoto delle 14.06 non si è nemmeno percepito.
La mostra si apriva con l'installazione "His Colors" di Masaaki Hiromura, unica opera a cui era possibile fare fotografie.
Proseguiva poi con un percorso attraverso il mondo di Tanaka Ikkō: dalla sua collezione di libri, da cui era possibile coglierne le influenze, all'esposizione dei suoi più famosi manifesti pubblicitari, alcuni dei quali accompagnati da bozzetti o da immagini - ad esempio tratte dalle arti figurative classiche - a cui Tanaka Ikkō si era ispirato.
Il manifesto precedente è uno delle sue opere più famose e riassume perfettamente il connubio tra tradizione e modernità che Tanaka Ikkō ha saputo elaborare nella sua arte. Il soggetto è ripreso dai rotoli dell'Heike Nōkyō, dipinti dal pittore Tawaraya Sōtatsu e dal calligrafo Honami Koetsu nel XVI secolo. Tanaka Ikkō ne riprende il soggetto e ne stilizza le forme, giocando con delle campiture colorate che non hanno bisogno di contorni, ma che si definiscono a contrasto l'una con l'altra - tecnica presente in molti dei suoi manifesti.
Porzione di Heike Nōkyō alla quale Tanaka Ikkō si è ispirato
Oltre ai suoi manifesti pubblicitari più celebri, c'era una sezione dedicata ai suoi studi sulla calligrafia - importante elemento in grafica, soprattutto nei paesi orientali dove l'ideogramma ha un'importanza notevole, sia sul piano figurativo che linguistico - e ai suoi progetti di design, tra cui i loghi di famosi marchi giapponesi come Muji (無印良品, Mujirushi Ryōhin) e Loft.
Fin qui tutto molto bello. Poi ecco una tipa del museo che con un inglese molto stentato è venuta a dirmi che non potevo prendere appunti. Non ho ben capito quale minaccia potesse rappresentare il mio blocco note di 3x4 cm, tanto più che avevo solo appuntato qualche nome; ma va bene così, gli dici "Sì, sì" e la smetti. Tanto anche se ci provi, ci sarà sempre qualcosa che non riesci a capire di questi giapponesi. (Episodio analogo mi successe anche a Kyōto quando nel museo di un tempio venne il custode a dirmi che non potevo disegnare le statue sulla mia agendina! E avevo abbozzato solo 2-3 linee...)
Infine, mentre stavamo guardando all'uscita un filmato dal titolo "A life of friendship - My Ikkō San", sostanzialmente una serie di fotografie sulle scampagnate e sbevazzate di Tanaka Ikkō con i suoi amici, ecco avvicinarsi due tipi - già mi aspettavo qualche altro rimprovero su chi sa quale terribile infrazione - che ci chiedono se possono riprenderci mentre guardiamo così interessati il video. Insomma, alla fine della storia, pare che finiremo su un documentario della NHK (la Rai giapponese).
Il taccuino incriminato
Infine, mentre stavamo guardando all'uscita un filmato dal titolo "A life of friendship - My Ikkō San", sostanzialmente una serie di fotografie sulle scampagnate e sbevazzate di Tanaka Ikkō con i suoi amici, ecco avvicinarsi due tipi - già mi aspettavo qualche altro rimprovero su chi sa quale terribile infrazione - che ci chiedono se possono riprenderci mentre guardiamo così interessati il video. Insomma, alla fine della storia, pare che finiremo su un documentario della NHK (la Rai giapponese).





non sapevo che il cinese fosse in passato l'equivalente del latino per i giapponesi, c'è sempre da imparare!
RispondiEliminaboh, se è per le regole di sicurezza si vede che ti consideravano una terrorista o una ladra che prendeva appunti...
mi auguro non vi taglino dal montaggio del documentario, lo voglio vedere anch'io! :D