Via via che si va verso il pieno dell'autunno, i post su questo blog diventano come le foglie sugli alberi... sempre più radi.
La colpa è dei tartassanti (e oserei aggiungere inutili) impegni scolastici che mi distolgono da attività ben più proficue, motivo per cui oggi ho deciso di ribellarmi al malefico sistema dei "mid term papers" (relazioni di metà semestre che, bada caso, capitano proprio la settimana dove ci sono 4 giorni di festa) per dedicarmi ad una sana attività esplorativa.
La colpa è dei tartassanti (e oserei aggiungere inutili) impegni scolastici che mi distolgono da attività ben più proficue, motivo per cui oggi ho deciso di ribellarmi al malefico sistema dei "mid term papers" (relazioni di metà semestre che, bada caso, capitano proprio la settimana dove ci sono 4 giorni di festa) per dedicarmi ad una sana attività esplorativa.
Per questo motivo oggi sono finita al Museo del tabacco e del sale (たばこと塩の博物館, Tabako to shio no hakubutsuskan).
Ora, a parte i tabagisti e gli ipertesi, chi è che va a vedere un museo sul tabacco e sul sale??
Io stessa l'avevo un po' snobbato e se non fosse stato per la mostra temporanea che termina giusto domani, non credo ci sarei mai andata. E sarebbe stato un peccato.
La mostra temporanea era sugli hanji-e 判じ絵, ovvero una sorta di rebus in lingua giapponese.
Gli hanji-e 判じ絵 si sono diffusi soprattutto in periodo Edo (1686-1800), anche se già erano presenti alla fine del XVI secolo. Consistono in immagini che, lette e composte in un determinato modo, danno origine ad un'altra parola. Esattamente come i nostri rebus.
C'erano varie serie di hanji-e: dai nomi dei pesci e delle bestie selvagge alle stazioni della Tōkaidō (la via che nel periodo Edo connetteva Edo -ovvero l'attuale Tōkyō- con Kyōto), dai segni zodiacali agli utensili da cucina.
Tra le più famose c'è quella della scureggia, che rappresenta in modo particolarmente significativo lo spirito ironico e giocoso del periodo Edo.
L'uomo a sinistra scorreggia.
Sulla testa c'è scritto "a" あ. Sul peto, "sa" さ. L'uomo a destra, che becca il peto in faccia e si tappa disperatamente il naso, cosa potrà presumibilmente dire?? "Che puzzooo!!", che in giapponese sarebbe "Kusai!!!" (臭い).
Quindi: A+SA+KUSA (si considera solo il kanji, si omette la "i" finale"): ASAKUSA. Il nome di una zona di Tōkyō. Infatti questa immagine fa parte della serie dei luoghi famosi di Edo.
Quindi: A+SA+KUSA (si considera solo il kanji, si omette la "i" finale"): ASAKUSA. Il nome di una zona di Tōkyō. Infatti questa immagine fa parte della serie dei luoghi famosi di Edo.
Nella locandina della mostra c'era quest'altra immagine che fa parte della serie "53 stazioni della Tōkaidō":
"Denti" si dice ha, "gatto" si dice neko: il nome della località è... Hakone! (ne e ko sono invertiti).
Alcuni enigmi sono difficili anche per i madrelingua, ma quando si riesce ad arrivare alla soluzione... la soddisfazione è assicurata!!
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La mostra permanente invece dedica una sala alla produzione del sale, illustrando le tecniche di produzione recenti e quelle tradizionali, ad esempio il metodo Agehama della penisola di Noto (prefettura di Ishikawa).
Una bella abitudine che hanno i musei giapponesi (come anche altri paesi) è quella di offrire ai visitatori, grandi e piccini, tante attrazioni interattive, per far sì che la visita al museo, soprattutto quelli di scienza e di storia, non si limiti esclusivamente al "guardare le teche e leggere le tre righe di spiegazione".
Nella sezione del sale, tra le altre cose, c'era un display che offriva varie spiegazioni sugli utilizzi del sale, con video dal sapore decisamente Shōwa*...
Nella sezione del sale, tra le altre cose, c'era un display che offriva varie spiegazioni sugli utilizzi del sale, con video dal sapore decisamente Shōwa*...
Il primo e secondo piano sono invece dedicati al tabacco: dalla sua introduzione in Giappone fino al mercato odierno. Durante il periodo Edo, il tabacco veniva prodotto, lavorato e consumato in lunghe pipe chiamate niseru. Sebbene fosse un bene di lusso, la sua diffusione in tutti gli strati della società fu enorme, come le numerose illustrazioni ukiyo-e testimoniano.
A partire dal periodo Meiji (1868-1912), a causa della maggiore influenza dell'Occidente, si sono diffuse le sigarette, portando alla progressiva scomparsa delle piccole opere d'arte quali erano le pipe niseru. Aprono aziende come la Tengu Tobacco e dal 1904 il tabacco diviene monopolio di stato fino al 1985.
Marche e pubblicità di sigarette a partire dal periodo Meiji
Ricostruzione di tabaccheria degli anni Sessanta
Ricostruzione di tabaccheria degli anni Sessanta
Nell'ultima stanza, una serie di personaggi della cultura giapponese particolarmente appassionati di tabacco: gli scrittori Koizumi Yakumo (ovvero Lafcadio Hearn) e Dazai Osamu 太宰 治, il rangakusha e scienziato Hiraga Gennai 平賀 源内, il filosofo confuciano Ogyū Sorai 荻生 徂徠, il pittore Utagawa Hiroshige 歌川 広重, il primo Primo ministro del Giappone Itō Hirobumi 伊藤 博文, etc.
Non poteva non venirmi in mente uno dei nostri più famosi tabagisti: il grande compositore e latin lover Giacomo Puccini.
Non poteva non venirmi in mente uno dei nostri più famosi tabagisti: il grande compositore e latin lover Giacomo Puccini.
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* Il "sapore Shōwa", che a me piace tanto ma che purtroppo sta sempre più scomparendo, è l'atmosfera del Giappone del dopoguerra fino alla fine degli anni '80, quando con la morte dell'imperatore Hirohito termina l'era Shōwa, ed inizia l'era Heisei con il figlio Akihito.
da appassionato di enigmistica ti correggo su una cosa, gli hanji-e sono dei rebus, forse ti ha confusa l'inversione di ne e ko dovuta al fatto che la figura del gatto è rovesciata e non quindi a un anagramma di neko; i rebus che prevedono anche degli anagrammi hanno invece un altro nome, anarebus ;)
RispondiEliminaalcuni sono davvero divertenti, soprattutto quelli dei peti (ce n'è un altro nella seconda foto), ne avevano parecchio di senso dell'umorismo già all'epoca xD
Oh cavolo! Hai ragionissima!
RispondiEliminaA forza di stare qui non solo non imparo il giapponese, ma dimentico anche l'italiano!! :P
In realtà avevo proprio in mente i REBUS, ma no so perché mi sono convinta senza rendermene conto che si chiamassero anagrammi!
Correggo subito! :)
Fantastici i tuoi racconti/reportage ... sono sempre più convinto che nel 2013 faremo il libro sui due, tuoi, viaggi (!!) in Giappone ... Oltre alla favola, non domenticare ...
RispondiEliminaCiao, un abbraccio, Ado