mercoledì 7 novembre 2012

Quando il concerto è gratis

Insomma, l'università offriva questa opportunità di andare a vedere un concerto gratis.

Ed eccola lì la parola magica: gratis. Non si dice mai di no ad una cosa gratis.

Così, senza starci a pensare due volte, ho preso e sono andata. Ho scoperto di cosa si trattasse soltanto appena mi sono seduta e ho sfogliato il libretto di sala.

Innanzitutto il teatro, la Kioi Hall 紀尾井ホール, si trova presso la fermata Yotsuya, una zona che, quando scende la notte e viene avvolta da una sottile nebbiolina, ha un'atmosfera molto affascinante. La Kioi Hall è piuttosto recente: è stata costruita nel 1970 dalla Nippon Steel Co. Ldt., un'azienda nel settore metallurgico e siderurgico legata al gruppo Sumitomo. 



L'interno è molto elegante, uno stile lineare e moderno, senza rinunciare alla tradizione, "incastonata" nella modernità, come testimonia il classico rubinetto dell'acqua (onnipresente in Giappone), posizionato accanto ai depliant e al telefono pubblico, in bella vista nel foyer.


L'orario dello spettacolo era proprio da gente che va a dormire presto come le galline. Alle 19 in punto si inizia e alle 21 si finisce. Poi via, tutti a letto. Praticamente quando da noi si inzia ad entrare a teatro, questi hanno già bell'e finito. (Anche se in realtà spesso gli eventi finiscono presto perché in genere dopo mezzanotte e mezzo non ci sono più treni e metro per tornare a casa...)

Il concerto era stato organizzato per celebrare il 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Israele e Giappone. Si intitolava "Visas per Life" ed era incentrato sulla figura di Chiune Sugihara, l'"Oskar Schindler giapponese".


Sugihara era ambasciatore giapponese in Lituania, a Kaunas, quando nel 1940 i tedeschi attuarono le politiche xenofobe contro gli ebrei. Molti di loro si rifugiarono in Lituania, allora occupata dall'Unione Sovietica.
Chiune Sugihara, disobbedendo agli ordini del governo giapponese e mettendo a repentaglio la propria vita e quella della sua famiglia, decise di rilasciare più di 6000 visti per permettere agli ebrei, molti dei quali fuggiti dalla Polonia, di scappare oltre confine e rifiugiarsi in paesi ritenuti sicuri.
Lavorò instancabilmente 18-20 ore al giorno pur di rilasciare il maggior numero di visti possibile, tutti timbrati e scritti a mano, producendone in un giorno quanti generalmente se ne produceva in un mese. Pare che, quando arrivò l'ordine perentorio di tornare in Giappone, continuò a scriverne fino all'ultimo momento, lanciando gli ultimi documenti firmati e timbrati dal finestrino del treno in partenza.

La prima parte del concerto era dedicata alla figura di questo uomo coraggioso. Un ensemble composto da pianoforte, flauto, clarinetto, contrabbasso, violoncello, violino e chitarra classica accompagnava il soprano e la voce narrante che, sulle note scritte da Michael Barry, riassumevano gli episodi salienti della vita di Sugihara ("Visas for life" fa parte del "Sugihara Project" il cui sito ufficiale è questo).

La seconda parte del concerto invece consisteva in una serie di brani di musica classica eseguiti al pianoforte e al violino da due musicisti simbolo di questa collaborazione sessantennale tra Giappone e Israele: Eijin Nimura, violinista giapponese, e Sasha Toperich, pianista di origini israeliane. Impressionanti virtuosismi nel brano di Paganini Introduzione e variazioni sul tema "Nel cor più non mi sento" - col violinista un po' vanesio che si congelava in vistose pose plastiche per 15 secondi al termine di ogni brano -, ritmi incalzanti con la Danza Ungherese n.5 in Sol minore di J. Brahms ed infine un grande attesissimo classico: il Notturno Op.9 n.2 in Mi bemolle di Chopin.

Insomma, mica male per un concerto... gratis!

1 commento:

  1. bella la storia di questo Schindler del Giappone, e carino anche il teatro e il concerto!

    Curioso che gli orari di eventi come questi possano venire influenzati dagli orari dei treni, si vede che molti hanno a cuore coloro che utilizzano i mezzi pubblici (se non perchè sono i loro clienti più numerosi)... ma considerando anche la rinomata velocità dei treni giapponesi (e non parlo degli shinkansen), anche uscire alle 23 non dovrebbe essere un problema se ci sono treni fino a mezzanotte passata.

    Si vede che quel violinista si allena per farsi fare delle foto xD

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