lunedì 12 novembre 2012

Una mostra ad alta quota

Giusto ieri avevo deciso che la più semplice e proficua attività fisica quotidiana sarebbe stata prendere le scale anziché l'ascensore, da evitare assolutamente, come la senape nell'hamburger.

Ecco. Appunto.

Col mio nuovo saldo proposito, arrivo fischiettando felicemente nel luogo che ospita la mostra di mio interesse. "Via, guardiamo un po'... a che piano è?"


Per me, campagnola abituata a palazzi di massimo 3 piani e un sottotetto, è stato un bello shock.

Non credo ci sia neanche bisogno di specificarlo. Ho preso l'ascensore.

L'edificio in questione in effetti non è proprio un bruscolino che passa inosservato: siamo nel cuore di Shinjuku e si parla del Sompo Japan Building, 200 metri e 43 piani che grattano il cielo.



Il museo, Seiji Togo Memorial Sompo Japan Museum of Art, è per l'appunto al penultimo piano e ospitava per l'occasione la mostra che la massiccia pubblicità su muri e treni m'aveva convinto ad andare a vedere:

"James Ensor in Context",




un pittore belga che non conoscevo, ma che mi ha colpito per i colori vivaci e i tratti grotteschi dell'immagine utilizzata per la locandina.


Influenzato dal movimento impressionista e considerato precursore del surrealismo, è particolarmente da apprezzare la sua vena satirica e grottesca, che si esprime nell'uso di maschere e scheletri, come lo scheletro-pittore (forse un autoritratto?) dai colori sgargianti esposto alla mostra.



A chiudere l'esposizione temporanea dedicata a James Ensor, nell'ultima stanza, ben protetti e incastonati nella parete, le tre perle e vanto del Sompo Japan Museum of Art:


Pommes et Serviette di Paul Cezanne (1879-80) 



L'Allee des Alyscamps, Arles di Paul Gauguin (1888)


ed infine una versione de I girasoli di Vincent Van Gogh (1888), acquistato nel 1995 per la modica cifra di 39,9 milioni di dollari. E forse è anche un falso.



In tutto questo, mi ero scordata di specificare che questo museo prende il nome dal pittore giapponese Seiji Tōgō 東郷 青児 (1897-1978), di cui sono presenti alcuni quadri, che - come era facilmente prevedibile - esposti nella stessa stanza con ben più celebri colleghi, finiscono inevitabilmente per passare in secondo piano.


4 commenti:

  1. io non avrei mai rifiutato la "sfida" delle scale, a meno che non avessi avuto poco tempo a disposizione :P
    anche per vedere cosa c'era negli altri piani (neanche nel loro sito lo specificano)...

    divertenti i dipinti del pittore belga xD

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  2. Credo che anche volendo le scale non fossero accessibili... Dove l'hai visto gente che si fa 42 piani di scale? In qualche videogioco forse??? :PPP

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  3. E poi anche sbirciare nei vari piani... ci manca solo di entrare nel condotto d'aerazione per sbirciare riunioni segrete...
    Mi sembra una scena già vista, non ti pare? :P

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    1. ahahaha sì, è roba già vista :P
      comunque a parte me, ci sono sempre i claustofobici, gli ascensorefobici e gli atleti che partecipano alle gare di corsa in salita proprio nei grattacieli xD
      però come dici tu può darsi che non sempre le scale di tutti i piani siano accessibili, se avrai modo di tornarci per qualche altro evento in qualche altro piano potrai verificare ;)

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